Blockchain e 231, un matrimonio possibile. Ma non solo, una interazione che vorrebbe dire per molte aziende fare più di un passo in avanti in ottica sicurezza ed efficienza. Soprattutto in chiave governance aziendale. Vediamo perché.
Pandemia e tecnologia
Il periodo pandemico, ed il conseguente scatto in avanti della digitalizzazione, ha portato con sé enormi cambiamenti su molti concetti di mercato. Progettazione di prodotti e servizi sono stati investiti da una rivoluzione che non ha coinvolto soltanto l’ambito informatico, ma anche quello economico e sociale, con inevitabili conseguenze sui contesti aziendali.
Focalizzandoci in particolare sul nodo della governance aziendale, è evidente come gli imprenditori devono e dovranno adeguarsi alle nuove frontiere tecnologiche ed a quello che ormai è universalmente definito il diritto 4.0.
Un cambiamento epocale, in Italia ancora più urgente, considerando l’impatto che avrà sul piano della regolamentazione il PNRR. PNRR che porterà con sé nuove disposizioni legislative – soprattutto internazionali – alle quali le imprese dovranno adeguarsi.
Blockchain e sicurezza
Partiamo da un concetto caro a tutti. L’introduzione di questa nuova tecnologia in ambito aziendale può far risparmiare, detta molto primitivamente, tempo e denaro. In combo con un utilizzo corretto dell’intelligenza artificiale, la blockchain, nella sua vera essenza, consentirà alle aziende di creare un database interno immutabile e protetto, in modo da consentire transazioni su macroscala e scambio dati in maniera del tutto sicura, riservata, veloce. Caratteristiche fondamentali se pensiamo all’intensificazione di attacchi hacker ed all’importanza di proteggere i costanti aggiornamenti anche in ottica di prevenzione del rischio dei reato.
Blockchain e 231
In ottica di compliance 231, le aziende sempre di più si stanno affacciando a questa tecnologia, per i suoi vantaggi a prescindere dalla fase, che chiameremmo di start-up, sul piano della legislazione. Su efficienza, sicurezza e velocità ne abbiamo parlato in testa. C’è un altro aspetto che rende la “catena di blocchi” perfetta in ambito compliance 231: l’immutabilità. Ogni dato riservato e non, in blockchain è blindato ed immutabile, caratteristica che permette all’imprenditore di ”corazzare” qualsiasi dato riservato impedendo di fatto l’accesso a chiunque non sia in possesso di esplicita autorizzazione.
La creazione di un database in blockchain, è chiaro, sarebbe un supporto prezioso per gli Organismi di vigilanza e per la Direzione aziendale. L’azienda, in questo modo, aumenterebbe i livelli di sicurezza, vigilando e “blindando” le operazioni e procedure interne