Russia nuovo paradiso fiscale. Lo ha stabilito Ecofin (Consiglio Economia e Finanza europeo) nella riunione svoltasi il 14 febbraio. Un incontro che ha determinato l’ingresso nella lista dei paradisi fiscali, oltre a quello della Russia, anche quello delle Isole Vergini britanniche, Costa Rica e Isola Marshal. Il totale nell’elenco degli Stati con giurisdizioni non cooperative ai fini fiscali, con i nuovi ingressi, sale a sedici.  

Rapporti non costruttivi 

Le considerazioni che hanno portato Ecofin a queste decisioni sono legate al rapporto degli Stati in relazione alla governance fiscale dell’UE. I rapporti prevedono riforme nel rispetto degli standard europei. Nello specifico in riferimento al criterio 2.1 (tassazione equa) di questo documento, la Russia è risultata carente, non avendo affrontato gli aspetti dannosi di un regime speciale per le holding internazionali. Ad aggravare la posizione della Russia influisce, prevedibilmente, la guerra con l’Ucraina che ha indotto l’interruzione di ogni dialogo tra Bruxelles e Mosca anche su questioni legate alla tassazione delle società.  

Queste le dichiarazioni di Elisabeth Svantesson, presidente di turno e Ministro delle finanze svedese, sulla decisione:

Oggi abbiamo deciso di aggiungere quattro giurisdizioni all’elenco Ue delle giurisdizioni non cooperative a fini fiscali: Isole Vergini britanniche, Costa Rica, Isole Marshall e Russia. Chiediamo a tutti i Paesi elencati di migliorare il proprio quadro giuridico e di adoperarsi per il rispetto degli standard internazionali in materia fiscale. Allo stesso tempo mi congratulo vivamente con la Macedonia del Nord, le Barbados, la Giamaica e l’Uruguay perché hanno rispettato con successo i loro impegni e potrebbero essere rimossi dal documento sullo stato di avanzamento.

Il ruolo della guerra, le conseguenze

La notizia dell’inserimento della Russia in black list era nell’aria, e non da “oggi”. Già con l’invasione della Crimea nel 2014 alle prime sanzioni economiche occidentali, il Paese aveva risposto varando misure che potessero agevolare in modo “poco limpido” i ricchi oligarchi. Per lo stesso motivo e con le stesse dinamiche, amplificate, il Cremlino ha creato all’interno del Paese, dei paradisi fiscali, per proteggerei i patrimoni dei miliardari Russi. È questo il motivo che ha indotto l’UE ad inserire la Russia nella black list.  

Non solo la Russia

Insieme alla Russia sono finite in lista nera, come detto, anche le Isole Marshal (carenti nell’applicazione dei requisiti di sostanza economica), le Isole Vergini britanniche (sotto gli standard dell’Ocse sullo scambio di informazioni su richiesta) e il Costa Rica (reo di aver modificato alcuni punti del regime di esenzione del reddito di fonte estera). 

La black list aggiornata

Con l’ingresso dei quattro Stati l’elenco dei Paesi in lista nera è il seguente:

Russia

Isole Marshal

Isole Vergini britanniche

Costa Rica

Anguilla

Bahamas

Figi

Guam

Palau

Panama

Samoa americane

Samoa

Trinidad e Tobago

Isole Turks e Caicos

Isole vergini americane

Vanuatu

Paesi depennati dalla black list

 

Barbados 

Giamaica 

Macedonia del nord 

Uruguay  

Proroga per Qatar, Hong Kong, Malaysia

Ecofin, durante l’incontro del 14 Febbraio ha anche definito un terzo elenco, quello dei Paesi a cui è stato concesso del tempo per terminare le proprie riforme fiscali. Nel dettaglio, Hong Kong e Malesia dovranno allinearsi alle richieste dell’Europa portando a termine la riforma dei regimi di esenzione dal reddito che proviene dall’estero, in tema plusvalenze. Anche il Qatar è sotto “osservazione”, anche alla luce del caso Qatargate. Sul Qatar, rispetto agli altri paesi in “purgatorio”, la situazione è decisamente più intricata anche alla luce dell’importante ruolo centrale che il Paese ricopre come fornitore di gas per l’Europa. 

Jaera team

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