Garante di Amburgo impone lo stop all’uso di Zoom.
Ne viene data notizia sul sito dell’Autorità di Amburgo che ammonisce il senato cittadino a non utilizzare più il noto strumento di video conferencing. Dopo il garante della Baviera, è già il secondo caso in cui un’autorità per la protezione dei dati tedesca impone lo stop all’utilizzo di una determinata applicazione. La non conformità è relativa agli effetti della sentenza Schrems II.
Il Garante denuncia la scarsa collaborazione del senato. Inoltre che vi era nella gestione di Zoom una non corretta gestione dei consensi. Pertanto, il Garante annota che
La Cancelleria del Senato – in qualità di autorità responsabile per le questioni di digitalizzazione nell’FHH – ha informato l’HmbBfDI in anticipo sui piani pertinenti, ma successivamente non ha risposto alle sue ripetute preoccupazioni. Anche l’avvio di un procedimento formale all’audizione della Cancelleria del Senato il 17 giugno 2021 non ha portato a un ripensamento. Né ha presentato i documenti all’HmbBfDI [Il Garante di Amburgo, NdR] entro il termine fissato o successivamente, né ha portato argomenti che consentissero una diversa valutazione giuridica. L’avvertimento formale ai sensi dell’articolo 58 (2) (a) GDPR è quindi un passaggio logico.
Queste alcune delle motivazione che hanno indotto il Garante di Amburgo a imporre lo stop all’uso di Zoom. Gli effetti della sentenza Schrems II non accennano a diminuire anzi!