Green Pass, le palestre non possono conservarne e registrare la data di scadenza.
Per tutelasi e tutelare i frequentatori, le palestre continuano a chiedere ai loro iscritti, insieme al certificato di sana e robusta costituzione, anche una copia del Green Pass con la data di scadenza. Una richiesta necessaria, secondo i gestori dei centri sportivi, per assicurarsi che gli ingressi vengano effettuati a norma di legge.
La richiesta è non soltanto richiesta ai fini dell’iscrizione, ma anche – o soprattutto – per accelerare gli ingressi.
Sulla questione è intervenuto Guido Scorza – componente del Garante per la protezione dei dati personali – il quale ha voluto evidenziare che la disciplina sul Green Pass prevede che lo stesso debba essere soltanto esibito attraverso l’App del Governo.
In sostanza l’informazione dev’essere esclusivamente binaria.
Green Pass, le palestre non possono conservarne copia
La richiesta, di una copia del documento con informazioni riservate e dunque palesemente in violazione della legge vigente che disciplina la protezione dei dati personali. Palestre, centri sportivi o qualsiasi altro simile soggetto, non hanno titolo per acquisire la data di scadenza del Green Pass e conservare gli altri dati personali.
Perché? Per un paio di motivi, principalmente.
- la conservazione dei dati metterebbe in circolazione le informazioni stesse, in una serie di banche dati. Con il relativi ovvi rischi.
- Il controllo del Green Pass dev’essere effettuato ad ogni ingresso, ne consegue che alla struttura non debba interessare data di scadenza e durata del “lasciapassare”, considerando che va esibito ad ogni accesso.
Aggiungiamo che, un utente in possesso di Green Pass, potrebbe comunque essere contagiato successivamente alla consegna del certificato. Il Green Pass, in caso di contagio non è più valido. Un altro rischio è anche quello di trattare dati inesatti.
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