Green Pass su eMule interviene il Garante. Dato mandato alla Guardia di Finanza di acquisire gli archivi on line.
Prima o poi doveva accadere. E’ accaduto.
La nota piattaforma di file sharing peer to peer rappresenta da anni una sorta di zona franca per lo scambio di dati – quasi sempre illegali – prevalentemente audio e video. Era difficile non pensare che prima o poi, arginati canali Telegram e altre fonti di approvvigionamento illegali del documento verde, la piattaforma non venisse “banalmente” coinvolta.
L’intervento del Garante
Nel suo comunicato stampa odierno, l’Autorità non parla apertamente di eMule, ma genericamente di “piattaforma di file sharing”. E’ stato sufficiente fare una semplicissima verifica, per scoprire che i green pass – apparentemente autentici – erano lì, disponibili on line. Scaricabili da chiunque.
Guardia di Finanza in azione
Green Pass su eMule interviene il Garante. Considerata la gravità e la pericolosità di questa illecita diffusione di dati personali particolarmente delicati, il Garante per la protezione dei dati personali ha avviato d’urgenza un’indagine per accertare le modalità con le quali questi dati siano finiti in rete e ha dato mandato al Nucleo Speciale Tutela Privacy e Frodi tecnologiche della Guardia di Finanza di acquisire gli archivi on line e accertarne la provenienza.
Come sono finiti lì?
Non è da escludere una azione hacker. E’ anzi molto probabile che qualcuno sia riuscito ad entrare nei sistemi di qualche ente che fa vaccinazioni o rilascia Green Pass. Che i server della Pubblica Amministrazione abbiano dimostrato di avere qualche falla nei sistemi di sicurezza, è purtroppo supportato da molte notizie. Basta fare una piccola ricerca su google per averne la prova. Non è da escludere che proprio il banale principio secondo il quale vengono scambiati file sulla piattaforma, sia “complice” del misfatto. Facendo un esempio molto terra terra: se una persona che utilizza il programma per scaricare musica o film, conservasse nel suo computer anche delle cartelle con all’interno documenti – tra cui magari una copia del green pass scaricato on line da Immuni o dal sito del Governo – le stesse cartelle sarebbero visibili e scaricabili anche dall’utente meno esperto del Mondo. La Guardia di Finanza farà luce sui motivi reali.