Lo scorso Luglio, in questo nostro articolo, annunciavamo lo “Stop alle telefonate” di telemarketing selvaggio. La novità, che avrebbe dovuto garantire “tranquillità” agli utenti non intenzionati a ricevere continuamente offerte commerciali, risiedeva nella possibilità di opporsi a questa pratica iscrivendo il proprio numero nel registro, richiedendo di non essere contattati anche da numeri mobili. Sui fissi il registro era già attivo da tempo.
Le chiamate hanno smesso di arrivare?
Non proprio. Sono infatti molti i cittadini che stanno lamentando la ricezione di telefonate indesiderate, nonostante l’iscrizione al registro. In una intervista rilasciata all’organo di informazione Today.it, Agostino Ghiglia – importante esponente del Garante per la protezione dati personali – ha fatto il punto della situazione, e fornito risposte.
Cancellazione dal registro
La prima cosa a cui fare attenzione una volta iscritto il nostro numero al registro delle opposizioni, e non dare consensi on line all’utilizzo del nostro numero di cellulare a fini di marketing. È sufficiente un consenso concesso per far si che il vostro numero venga cancellato dal registro. In sostanza, oltre ad inserire il nostro numero nella “black list” è importante continuare a tenere alta la guardia sulle richieste di consenso.
Si è mossa la Codacons
Basta fare un “giro” in rete tra le pagine social, nei gruppi dedicati all’argomento, per rendersi conto che qualcosa non sta andando per il verso giusto. Al di là delle sensazioni social, ci vengono in soccorso i numeri forniti da Codacons al Garante. Secondo l’associazione in difesa dei consumatori, il 55% degli iscritti al pubblico registro delle opposizioni continua a ricevere chiamate commerciali. In particolare, evidenzia Codacons, a proseguire con questa pratica di marketing sono i fornitori di energia – luce, gas, etc – e gli operatori telefonici. Sempre secondo Codacons, su 2,7 milioni di iscritti, circa 1,3 milioni continuano a ricevere telefonate di marketing indesiderate.
L’esposto al Garante
Ai numeri forniti dall’associazione dei consumatori si aggiungono le numerose segnalazioni ricevute dalla stessa Codacons, indicazioni che hanno spinto l’associazione a rivolgersi direttamente al Garante.
Le risposte dell’Autorità
Sempre tramite stampa, Ghiglia, ha commentato il ricorso, fornito spiegazioni, analizzato le criticità. Un aspetto sul quale l’esponente dell’Autorità si è soffermato, è quello psicologico. L’utente, con la novità del Rpo allargato anche ai numeri mobili, ha nutrito grosse aspettative, è dunque superiore il senso di fastidio nel momento in cui arriva la telefonata non desiderata.
Attenzione al consenso
Contrariamente a quanto si pensa, concedere il consenso del trattamento del proprio numero telefonico è molto “frequente” ed a volte lo si fa inconsapevolmente. Per leggerezza o per fare in fretta, spesso concediamo il “permesso” senza rendercene conto. È sufficiente aver dato inconsapevolmente il consenso al trattamento del proprio numero per la sottoscrizione di una “Carta Fedeltà” per ritrovarsi ancora bersaglio di telemarketing selvaggio. Per chiudere, la prima arma di difesa contro il marketing selvaggio è l’attenzione.
Attenzione ai cookies
Un’altra azione che spesso facciamo con leggerezza è accettare i cookies, azione che spesso implica la concessione del trattamento dei nostri dati a fini di marketing. È importante, anche se fa perdere del tempo, personalizzare o rifiutare del tutto il trattamento, se non vogliamo “essere distrubati”. La navigazione di un sito – lapalissiano ma lo ribadiamo – è possibile anche rifiutando i “biscotti”.
Il nodo chiamate dall’estero
Sulle telefonate in partenza da call center su territorio italiano, facendo molta attenzione, si può effettivamente arrivare all’azzeramento delle chiamate indesiderate. Discorso diverso è per le telefonate che arrivano dai molti call center operativi in paesi fuori UE sui quali, come confermano voci del Garante, non si applicano le nuove disposizioni. Moltissime aziende si affidano – immaginiamo anche per questo motivo – proprio a call center con sede extra UE.
Lo Spoofing
La delocalizzazione dei call center, come abbiamo visto, è una delle cause per cui alcune telefonate continueranno purtroppo ad arrivare. Ad appesantire il “nodo chiamate dall’estero”, il Garante ha anche evidenziato come alcuni call center utilizzino delle numerazioni camuffate – spoofing – difficilmente rintracciabili.
Le sanzioni, un deterrente light?
Le aziende che non rispettano il diritto di opposizione, incorrono ovviamente in sanzioni. Sanzioni che arrivano fino a 20 milioni di euro ed al 4% del fatturato delle aziende coinvolte. Considerando che spesso, ad affidarsi a queste pratiche di marketing sono colossi con fatturati importanti, è lecito chiedersi se le sanzioni non siano sufficienti ad arginare il fenomeno, considerando che – fuori dai denti, ma scoprendo alla fine soltanto un segreto di pulcinella – a conti fatti un’azienda potrebbe deliberatamente di “rischiare” la sanzione o addirittura metterla a budget.