Istruttorie del Garante su videosorveglianza. Tecnologia, videosorveglianza e privacy. L’interazione tra questi elementi è da sempre tema caldo. L’introduzione di sistemi di videosorveglianza va certamente incontro al tema sicurezza, ma spesso tocca nervi scoperti lato privacy. Lo dimostrano le due istruttorie aperte dal Garante proprio in questi giorni nei confronti del Comune di Lecce e quello di Arezzo.
Lecce, 18 telecamere
Il Garante, preso atto dell’acquisto ed istallazione di 18 videocamere – in grado di effettuare anche rilevazioni biometriche e riconoscimento facciale – posizionate nei punti strategici della città – vuole vederci chiaro per valutare se non ci sia stata alcuna condotta lesiva del diritto alla riservatezza dei cittadini. In Italia, i sistemi di videosorveglianza con riconoscimento facciale sono assolutamente vietati e, come sottolinea il Garante sulle sue pagine web, il loro uso è consentito unicamente per le indagini della magistratura o la prevenzione e repressione dei reati. Fino all’entrata in vigore di una legge specifica – comunque fino al 31 dicembre 2023 – non è permessa l’installazione di sistemi che sfruttano i dati biometrici.
La Municipale di Lecce rassicura
Il comando della Municipale di Lecce, tramite stampa, ha tenuto a precisare che le nuove telecamere, anche se di ultima generazione, non prevedono il riconoscimento facciale:
Nella fase di installazione delle nuove telecamere di videosorveglianza per la tutela della sicurezza urbana, il Comando di Polizia Locale, acquisito il parere del DPO del Comune di Lecce ha in verità optato per una tecnologia che, benché all’avanguardia, non prevede il cosiddetto riconoscimento facciale. Infatti, non è ancora disponibile una idonea previsione normativa che consenta la raccolta di dati biometrici, funzionale in particolare all’identificazione dei soggetti interessati da specifiche esigenze investigative. Pertanto, si ribadisce che non verrà trattato alcun tipo di dato biometrico che è tipico del riconoscimento facciale.
Le richieste del Garante
Il Comando di Polizia Locale, come abbiamo visto, ha già rassicurato sulle caratteristiche delle nuove telecamere. Adesso dovrà fornire all’Autorità anche una descrizione dei sistemi adottati, le finalità e le basi giuridiche dei trattamenti, un elenco delle banche dati consultate dai dispositivi e la valutazione d’impatto sul trattamento dati, che il titolare è sempre tenuto ad effettuare nel caso di sorveglianza sistematica su larga scala di una zona accessibile al pubblico.
I “super occhiali” di Arezzo
Sempre nel comunicato datato 14 Novembre, il Garante ha annunciato lo stop anche per gli occhiali dei vigili urbani di Arezzo. Presentati negli scorsi giorni, i nuovi visori in dotazione alla Polizia Municipale, sono in grado di leggere automaticamente e “al volo” i dati delle targhe e i documenti degli utenti. La data di via all’utilizzo dei nuovi visori è prevista per il 1 Dicembre. Via stampa il Comandante Aldo Poponcini ha voluto evidenziare la collaborazione con il Garante. Collaborazione che ha portato il Comandante ad inviare una valutazione d’impatto:
Ci siamo mossi subito perché sappiamo che la materia è delicata e soprattutto in divenire anche in termini di normativa. Il kit presentato è in via di sperimentazione, siamo i primi in Italia, ma non ha nulla a che vedere con il riconoscimento facciale: ci permette di accedere a banche dati alla quali già abbiamo accesso, ma con modalità di lavoro innovative.
Progetto pilota
Quello aretino è dunque un progetto pilota. Gli occhiali smart sono dotati di raggi infrarossi in grado di leggere dati dalla targa dell’auto e proiettarli sul visore dell’agente. Ma non è tutto. Lo strumento è collegato ad una stampante che “produrrà” l’eventuale sanzione in tempo reale.
Le preoccupazioni del Garante
Il questo caso la preoccupazione del Garante è legata al controllo a distanza sul lavoratore, che potrebbe scaturire dall’utilizzo di un tale dispositivo. L’invito alla Municipale di Arezzo da parte del Garante è quello di rispettare le garanzie previste dalla disciplina privacy e dallo statuto dei lavoratori. Il Comune di Arezzo dovrà fornire copia dell’informativa che sarà resa agli interessati, sia cittadini a cui si riferiscono i veicoli e sia personale che indosserà i dispositivi, e la valutazione d’impatto sul trattamento dei dati che li riguarda.
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