Italia bacchettata sulla IV direttiva. La commissione europea ha inviato all’Italia una lettera che formalizza la costituzione in mora (INFR(2022)2150) per non aver applicato correttamente la IV direttiva antiriciclaggio. La Commissione ha individuato, in particolare, nella tardiva istituzione del registro del titolare effettivo una lacuna di grave entità.
Tegola in ottica AMLA
Come annunciato in questo articolo, l’Italia si è candidata formalmente come sede dell’AMLA, la nuova autorità antiriciclaggio europea. Una candidatura decisa e che, come espresso nel nostro articolo, ha buonissime possibilità di essere accolta favorevolmente. Il richiamo formale della Commissione europea potrà influire sulle possibilità di assegnazione della sede? Difficile dirlo, certo è che anche nell’ottica dell’importante candidatura questa non è una buona notizia.
Cosa deve fare l’Italia
La lettera della Commissione europea, di fatto, chiede energicamente all’Italia di mettersi in linea con la IV direttiva, da noi recepita con notifica ufficiale. Nella sostanza, sarà fondamentale dare una accelerata soprattutto nell’istituzione del registro dei titolari effettivi, atteso da molti mesi. Il tempo per mettersi in linea, concesso dalla Commissione europea all’Italia, è di due mesi. In assenza di risposte, passati questi due mesi, la Commissione potrà proseguire con la procedura d’infrazione, inviando un parere motivato.
Il nodo registro
L’istituzione di un registro centrale (Registro dei titolari effettivi) nasce dall’impellenza da parte dell’Europa di migliorare notevolmente in trasparenza, combattendo l’uso improprio dei soggetti giuridici. Gli Stati membri, per questo motivo, sono stati chiamati ad attrezzarsi di una banca dati centrale che conservi in sicurezza dati sulle titolarità effettive. Il tempo per adeguarsi alle esigenze dell’Europa è scaduto. Alla luce della lettera ricevuta dalla Commissione europea, l’Italia dovrà agire celermente.