L’UE spiata da Pegasus. Tra le vittime dello spyware israeliano Pegasus, anche il commissario Didier Reynders, insieme ad altri quattro funzionari europei. Le indiscrezioni arrivano dal Reuters, i fatti risalgono in un periodo collocabile tra Febbraio e Settembre 2021. Raynders in Ue è titolare della giustizia. Le indagini sono in corso, ha fatto sapere il portavoce del gabinetto Von Der Leyen. Ad essere violati sono stati gli iPhone dei funzionari. Pegasus è un malware che può infettare smartphone Android e iPhone, consentendo di estrarre email, chat, immagini, oltre a registrare telefonate e accendere in qualsiasi momento i microfoni e le fotocamere.
iPhone Violati
Lo spyware prodotto da NSO Group, azienda israeliana, sfrutta un fianco scoperto di iOS 14.7, per poi infilarsi negli iPhone “silenziosamente”. Uno spyware subdolo, proprio perché per insinuarsi non richiede alcuna azione da parte dell’utente. Un problema per gli utenti e ovviamente anche per Apple, che è dovuta correre ai ripari. L’anomalia è stata risolta con iOS 14.8, ma il danno “europeo” ormai è venuto alla luce.
Problema risolto troppo tardi
Meglio tardi che mai, certo. Però non devono averla pensata così i funzionari dell’Ue che si sono visti recapitare un messaggio da parte di Apple che informava loro – come tutti gli utenti colpiti dal potenziale spyware – della concreta possibilità che il loro telefono fosse stato violato.
In U.S.A Pegasus è già in black list
Lo spyware di NSO Group è già stato messo in “lista nera” dal governo americano qualche tempo fa. Ufficialmente il software viene venduto dall’azienda a forze dell’ordine e Governi. Le aziende USA non possono però stringere rapporti commerciali con l’azienda israeliana. Le motivazioni, ribadiamo, risiedono nel timore da parte degli U.S.A che i prodotti in questione possano essere una minaccia su scala internazionale, in particolare se dovessero essere venduti a governi repressivi.
Il motivo del ban americano
Il ban americano al prodotto è arrivato anche e sopratutto alla luce di una maxi inchiesta effettuata da un consorzio di diciassette media internazionali – leggi anche l’approfondimento del The Guardian – che ha svelato come come il prodotto fosse usato per spiare giornalisti in: Azerbaijan, Bahrain, Kazakistan, Messico, Marocco, Ruanda, Arabia Saudita, Ungheria, India ed Emirati arabi uniti.
Le reazioni
NSO ha negato l’utilizzo del proprio spyware per intercettare i funzionari. Interpellata da Reuters, l’azienda ha ribadito la sua estraneità ai fatti. NSO ha anche dichiarato che i suoi prodotti non possano essere usati per attacchi come quello rivolto contro i commissari europei. Nel frattempo, al Parlamento europeo è stata creata una commissione di inchiesta per verificare l’uso dei software NSO negli stati membri e la Commissione sta preparando sanzioni contro l’azienda israeliana, sulla scia di quelle statunitensi.
Il silenzio di Apple
Anche da Apple al momento non è arrivato alcun commento, ma infondo l’azienda di Cupertino avvertendo gli interessati del, chiamiamolo così, disguido, aveva già “ammesso” responsabilità, anche se indirette. Proprio il commissario Reynders, la carica più alta colpita dallo spyware, ha chiesto l’apertura di una indagine contro NSO, una battaglia iniziata precedentemente all’attualità, che lo riguarda direttamente. Sempre da parte di Reynders arriva anche la richiesta di discutere in UE di leggi più aspre in tema privacy.