Metaversando qua e là sto iniziando a farmi un’idea delle potenzialità del nuovo oggetto.
Partiamo dall’inizio: dopo aver letto questo articolo interessante, niente ho capito che era giunto il momento di provare. Con la mia socia abbiamo deciso di investigare questa nuova realtà e per farlo abbiamo acquistato i Quest 2 di Meta lo strumento senza il quale non si entra nel Metaverso (almeno quello di Facebook).
Unboxing
Vi allego i link ai video ch ho realizzato nello spacchettamento del prodotto. Il package è ben curato. La scatola di cartone molto solida e ben curata. Meno i cartigli con le istruzioni. Qui dovrebbero andare a ripetizione da Apple.
Cos’è?
Dal mio punto di vista non è altro che una nuova interfaccia utente (sia chiaro estremamente potente) con cui fruire il web. Perché tengo a sottolineare potente? Perché il cervello non capisce che è finzione. Vi sembrerà assurdo, ma è il classico se non provi non capisci. Indossato il visore il cervello non riesce più a capire che è una finzione e se nel gioco vai a sbattere contro a un muro il tuo cervello ti mette sul chi va là. O se ti trovi su un dirupo puoi avere le vertigini o la sensazione nettissima di cadere.
Altra sensazione stranissima. Dopo l’uso. Quando guardi uno schermo del cellulare sopratutto continui a chiederti se sia reale o virtuale.
Quella proposta da Meta è una delle possibili interfacce per questa nuova modalità di fruizione di internet. Anche qui la sottolineatura è cruciale. A breve altri concorrenti arriveranno e si scatenerà la solita guerra commerciale. Sappiamo per certo che Apple sta lavorando a un suo visore.
La modalità di approccio è la solita: login, selezione di una serie di app da uno store e via a seconda che vogliate lavorare, giocare, vedere video per la VR con YouTube o Netflix.
La user experience non è proprio splendida specialmente se siete alle prime armi e siete abituati al modo Apple. Spiegazioni carenti. Interfacce migliorabili. Avatar abbastanza grezzo. Opzioni disponibili abbastanza carenti. Ma insomma possiamo dire che siamo ancora in una fase embrionale.
Ma il metaverso esiste?
Questa è una domanda molto interessante. Sentivo in radio l’altro giorno un commentatore dire che il Metaverso non esiste. Affermazione assai discutibile. Il web per come lo abbiamo fin qui conosciuto non è altro che un metaverso bidimensionale. Quindi mai affermazione poteva essere più scorretta.
Qui però andiamo verso Ready Player One il capolavoro di Spielberg, che ancora una volta ha visto più lontano di tutti e ha preconizzato cosa sarebbe successo. E le potenzialità diventano illimitate, grazie anche allla fusione tra tecnologie.
Immaginate un avatar vestito Armani. No, non per finta, davvero. Immaginate di poter acquistare dei vestiti per l’avatar e acquistarli di marca attraverso un NFT che viene poi collegato al vostro avatar. Armani vende il suo capo e quel capo lo avrete solo in pochi. Dite che è fantascienza? Ma vi ricordate l’articolo di qualche mese fa? Parlavamo di scarpe nel metaverso… O di Salmo che dentro ci ballava.
Una volta che questa simpatica modalità prenderà piede, e prenderà piede, staccarsene diventerà difficile.
Rischi
Tanti. Il principale motivo per cui abbiamo preso il Quest 2 è analizzare sia i pro che i contro della nuova interfaccia.
Che significa in primis rischi Privacy. Significa verificare che
- il GDPR venga effettivamente rispettato.
- quando usiamo le applicazioni i dati non vengano acquisiti senza dircelo.
- le misure di sicurezza siano rispettate.
- nel codice delle app non siano presenti codici non sotto controllo.
- gli store siano doverosamente controllati sia a livello di sicurezza loro, che a livello di garanzie sui software che mettono a disposizione.
E potremmo a lungo continuare.
Capitoli interessanti alla voce privacy potrebbero essere quelli aventi a che fare con le IA o la profilazione, che ci limitiamo a citare.
Sul visore, dotato di camere esterne che permettono in taluni momenti di vedere l’esterno, Meta dichiara che quanto ripreso dalle camere del Quest non viene registrato.
The camera imagery is not stored, but a 3D cloud of points identifying the placement of unique static features of the environment is saved locally on your device for any room where you have a Guardian boundary set up. This allows the system to recognize what room you’re in and load the Guardian boundary you previously created.
Le immagini della fotocamera non sono memorizzate, ma una nuvola 3D di punti che identifica il posizionamento di caratteristiche statiche uniche dell’ambiente viene salvata localmente sul dispositivo per qualsiasi stanza in cui si dispone di un confine Guardian istituito. Questo permette al sistema di riconoscere in quale stanza ti trovi e caricare il confine Guardian che hai creato in precedenza.
Ma ci fidiamo davvero? Di Facebook o Meta che dir si voglia? Diciamo che è un’azienda che ha la fedina decisamente non pulita in questioni relative alla data Protection in senso GDPR. Schrems ti prego aiutaci a verificare.
I rischi sono anche quelli di avere a che fare con una enorme bolla speculativa per cui molta gente sta comprando lotti di terreno virtuali (che altro non sono che NFT) a prezzi da fuori di testa. Per esserci. E qui si potrebbero innestare molti dei temi che abbiamo affrontato di recente relativamente agli NFT e alla blockchain con i rischi di riciclaggio del denaro. Quindi rischi relativi alla violazioni di normative nazionali come la 231/01 e/o la 231/07.
Concludendo
Sono prime osservazioni sia chiaro. Sono frutto anche di entusiasmo, perché vi garantisco che è veramente interessante ficcarci il naso dentro. Ma sono anche campanelli di allarme che devono spingere che per mestiere si occupa di adeguamento normativo a tenere ben dritte le orecchie. Proprio perché è tutto nuovo conoscere tutto quel che c’è dentro è pressoché impossibile e quindi è facile trovare qualcuno che ne approfitta.