Nuove prassi 231. La provincia autonoma di Trento si dimostra sensibile alle piccole medie imprese italiane (PMI). É di questi giorni, infatti, l’ultimo intervento della provincia, nato dall’accordo di collaborazione istituzionale con l’UNI Ente Italiano di Normazione e riguardante l’emanazione di una nuova prassi, la UNI/PDR 138:2023, che ha lo scopo di aiutare le PMI nella redazione del Modello semplificato di organizzazione, gestione e controllo di cui D.Lgs. 231/2001.
Cos’è una prassi
Prima di inoltrarci nei dettagli del caso specifico, chiariamo il concetto di prassi. Le prassi si differenziano dalle norme nazionali in quanto sono redatte con lo scopo di aiutare le aziende a mettere in atto le normative di riferimento e conseguentemente costituiscono un ausilio al raggiungimento della compliance. L’importanza di questi strumenti è riconosciuta all’ art. 6, n. 2 del Regolamento UE n.1025/2012 che ne sottolinea l’utilità:
gli organismi di normazione nazionale si scambiano le migliori prassi finalizzate a incentivare la partecipazione delle PMI alle attività di normazione nonché ad aumentare e facilitare l’utilizzo delle norme da parte delle PMI
Modello e territorio
Nella sostanza, il modello proposto dalla Provincia autonoma di Trento, prendendo spunto dalla realtà imprenditoriale della zona e dalle prassi organizzative presenti, individua nelle loro peculiarità elementi utili per la creazione di prescrizioni tecniche di natura generale. L’obiettivo di questa prassi è offrire delle soluzioni che meglio si adattino alle esigenze delle micro e medio aziende, pur osservando quanto richiesto dal D.Lgs. 231/2001.
Piccole-medie imprese e modello
Le aziende italiane sono costituite, per la maggioranza, da micro piccole imprese che, per la loro dimensione e struttura, si allontanano dalle aziende-tipo destinatarie delle principali linee Linee guida di Confindustria. La struttura di una azienda non è l’unica discriminante per l’adozione del modello 231, anche se molte realtà piccole e medie, tendono a non munirsi di modello 231 in quanto non si riconoscono nei profili delineati dalle linee guida. Per questo non ritengono di essere i possibili destinatari di responsabilità dell’ente di quanto previsto dal D.Lgs. 231.
Prassi UNI/PdR138:2023 e PA
Nello specifico la prassi pone attenzione alla costruzione di modelli che possano prevenire il realizzarsi di reati contro la Pubblica Amministrazione e reati societari. In riferimento a questi, vengono individuati dei possibili protocolli da attuare, con lo scopo di mitigare il rischio di reato e condurlo ad un livello di rischio accettabile.
La struttura del modello
In linea con quando già scritto per la redazione dei modelli 231, la prassi fornisce un elenco esemplificativo dei punti che il modello deve contenere nella sua struttura:
- la descrizione della realtà aziendale e dell’attività svolta con lo scopo di individuare le attività sensibili al rischio reato;
- la descrizione della governance;
- le caratteristiche di cui deve essere dotato un sistema interno finalizzato alla gestione e mitigazione del rischio;
- codice di condotta destinato al personale dell’azienda;
- corsi di formazione per i destinatari del modello (apicali e dipendenti) tesi ad informare sul suo contenuto e applicazione;
- gli obbiettivi dell’azienda in relazione all’adozione del Modello 231.
I vantaggi del modello per le PMI
Concludendo, la provincia di Trento con la prassi si è prefissata l’obiettivo di illustrare alle PMI che la redazione di un Modello 231 è applicabile anche nel loro caso. Semplificando il modello, anche le piccolo-medio realtà possono avere dei vantaggi di vario genere: il miglioramento della reputazione dell’azienda, vantaggio competitivo. È importante, dunque, sottolineare come il ruolo del modello 231 non sia soltanto quello di prevenire la commissione di un reato e la sua relativa sanzione, ma anche quello di migliorare di dar vita ad un sistema interno di controllo più efficace e, nel caso specifico qui trattato, di favorire il rapporto con le PA.