Ryanair e riconoscimento facciale. Noyb si è rivolta all’Autorità spagnola per la protezione dei dati (AEPD), evidenziando l’utilizzo invasivo del riconoscimento facciale da parte della compagnia. Compagnia finita sotto il fuoco delle polemiche a causa di presunte violazioni del diritto alla protezione dei dati dei propri clienti. L’organizzazione Noyb, ha sollevato una questione spinosa riguardante il “processo di verifica” imposto da Ryanair, che richiede ai passeggeri di sottoporsi al riconoscimento facciale al momento della prenotazione, se questa non viene effettuata direttamente dal proprio sito ufficiale.
La controversia
La controversia è nata in seguito alla segnalazione di un passeggero che aveva prenotato un volo Ryanair tramite l’agenzia di viaggi online eDreams e ha ricevuto un’email da parte della compagnia, che richiedeva la verifica della propria identità tramite il riconoscimento facciale. In alternativa, veniva proposto di recarsi al banco del check-in in aeroporto almeno due ore prima della partenza, ma con l’avvertimento che il rifiuto di seguire tali istruzioni avrebbe comportato l’impossibilità di salire a bordo.
Scelta discutibile
Una scelta discutibile su cui Ryanair ha cercato di fare luce, sostenendo che il riconoscimento facciale è richiesto solo ai passeggeri che non prenotano direttamente con la compagnia e ha il solo scopo di verificare i dettagli di contatto. Tuttavia, Romain Robert di Noyb ha sollevato dubbi sulla logica di questa procedura, poiché, come ha sottolineato, il riconoscimento facciale non ha alcuna utilità nella convalida di un indirizzo email. Secondo Robert, la compagnia potrebbe aver introdotto questo passaggio aggiuntivo per scoraggiare i passeggeri dall’utilizzare siti di terze parti per le prenotazioni. L’intenzione di Ryanair sarebbe dunque quella di spingere i clienti verso il proprio sito ufficiale, con il fine ultimo di aumentare i profitti.
Utilizzo invasivo
L’utilizzo invasivo del riconoscimento facciale è un problema serio per la privacy degli utenti, soprattutto alla luce del fatto che Ryanair ha esternalizzato il processo di verifica alla società GetID, a cui i passeggeri devono affidare i propri dati biometrici. Inoltre, la compagnia non ha fornito informazioni sufficienti riguardo allo scopo specifico di tale riconoscimento facciale, mettendo in dubbio la validità del consenso ottenuto secondo quanto previsto dal Regolamento generale sulla protezione dei dati (Gdpr). L’avvocato Felix Mikolasch di Noyb ha denunciato il comportamento intrusivo di Ryanair, sottolineando come la compagnia stessa sia in grado di violare la privacy dei propri clienti e di convogliarli, quasi forzatamente, direttamente sul suo sito per le prenotazioni. Una strategia che rischia di costare alla compagnia una pesante sanzione, fino a 192 milioni di euro.
La replica di Ryanair
In risposta alle accuse, Ryanair ha puntato i riflettori sulle agenzie di viaggio online (Ota), sottolineando di non avere alcun rapporto commerciale con grandi Ota e di non autorizzarle a vendere i propri voli. Secondo la compagnia, tali agenzie operano al di fuori del suo sistema, vendendo viaggi e servizi accessori con sovrapprezzi nascosti e fornendo informazioni errate riguardo ai contatti dei clienti e ai dettagli di pagamento. La diatriba pare essere soltanto alla fase iniziale. Staremo a vedere come andrà a finire.