Sanzioni scopo e utilità. Un tema non da poco. Iniziamo, per una volta, dal vocabolario della lingua italiana Treccani alla voce sanzióne s. f. [dal fr. sanction, e questo dal lat. sanctio -onis «prescrizione», der. di sanctus, part. pass. di sancire «sancire»]
Con sign. generico, qualsiasi mezzo con cui si afferma l’autorità e si impone il rispetto di una norma
Imporre il rispetto di una norma attraverso l’obbligo del pagamento di una ammenda che può essere di tipo amministrativo o penale. Nel caso del GDPR può essere entrambe le cose.
Il Garante per la Protezione dei dati personali italiano è sicuramente uno di quelli che non lesina sanzioni, è generoso. E molto ne da di sonore. Ultima in ordine di tempo come abbiamo riferito ieri è quella comminata a Enel per marketing aggressivo. Una novità…
Quel che però rileviamo è che periodicamente queste sanzioni si ripropongono. Una volta è Enel, un’altra Telecom, e via così. Abbiamo qualche settimana di tregua da uno degli operatori, ma poi i nostri cellulari ricominciano a squillare allegramente (parliamone).
Cosa non va?
La misura della sanzione. Affinché si torni al significato originario del termine e cioè il rispetto delle norme, le sanzioni devono essere tali per cui chi viola la norma veda in esse un reale problema.
Quelli normali
Per i piccoli operatori, ma anche per un’azienda di medie dimensioni, pagare venti o centomila euro per una sanzione costituisce veramente un grosso problema. Le aziende di questo genere non stabiliscono dei budget per le sanzioni, vivono sperando di non prenderne mai. Eppure accade. E quando accade i piccoli e i medi state tranquilli che apprendono la lezione. Duramente. Ma la apprendono e da quel momento rispettano la legge.
I colossi
Siamo qui in presenza del classico due pesi e una misura quando ne servirebbero due o tre. Che però costituisce un problema. Per noi umani sentire parlare di ventisei milioni di sanzione a Enel pare una roba astronomica. Ci credo! Quei soldi non li vedremo nemmeno in tredici vite!
Ma il colosso? Intanto ha stanziato del denaro a perdere per le sanzioni. E questo budget non è basso. Come lo stanziano? Semplice loro lavorano su numeri molto grandi e fanno un semplice calcolo. Quanto guadagno a singolo contratto chiuso? 100? Quanti contratti posso chiudere? Venti milioni? Sono due miliardi. Capite che se il Garante mi multa per ventisei milioni glieli do quasi con allegria e lo prendo anche un po’ in giro, perché si è sbattuto non poco per sanzionarmi e io con i miei avvocati vado in causa e mi accordo per pagare la metà o poco più (vedere sanzione TIM del febbraio 2020).
Quindi?
Se vogliamo parlare per le sanzioni di scopo e utilità, dobbiamo fare sì che questa sia commisurata (come del resto previsto dal GDPR) a chi commette l’illecito. Quindi va aggiunto uno zero e (vista la reiterazione degli illeciti) ci metterei anche un x2. Forse 500.000.000 potrebbero sforare il budget. Ma qui il Garante deve fare di conto e deve ragionare su quelli che sono gli introiti effettivi derivanti da questo genere di campagne.
Altrimenti resta tutto inutile e la norma non verrà mai rispettata (rendendo vano l’immenso lavoro compiuto da legislatori e tutto il mondo che gravita loro intorno) e i nostri cellulari continueranno a squillare senza sosta.