Ottantotto foto rimosse dalla rete l’Articolo 17 del GDPR parla chiaro. Ogni soggetto interessato ha la possibilità di invocare “Diritto all’oblio”. Il diritto, cioè, a essere dimenticato, di richiedere che il proprio nome non possa essere associato ad una qualsivoglia ricerca on line, ad esempio. Se non con il suo consenso.
Ragione che ha esercitato con fermezza un soggetto interessato, trovatosi vittima di un diffusione sul web, senza consenso, di un cospicuo numero di fotografie che lo vedevano ritratto a sua insaputa.
Slovenia
Rea del trattamento illecito (violazione dell’articolo 5 del GDPR) – come ha decretato l’Autorità di controllo slovena, dopo la denuncia del soggetto – una agenzia slovena di produzione di contenuti multimediali, specializzata in produzioni giornalistiche nel settore del life style. Un vero e proprio furto ai danni del “querelante”, che si è ritrovato sul sito web dell’agenzia, immagini in cui era il protagonista, scattate negli ultimi 7-15 anni.
Prima di arrivare all’autorità
Il data subject si era rivolto all’azienda richiedendo la cancellazione del materiale, ricevendo un bel due picche. Giustificazione? Il trattamento ha come base legale la libertà di espressione e quindi in ultima analisi il legittimo interesse del Titolare.
La Slovenian Supervisor Authority ha invocato l’art 17 del GDPR, ponendolo davanti ad ogni altra possibile base giuridica. Inoltre, il materiale messo in rete, oltre a mettere a disposizione di chiunque le ottantotto fotografie, rivelava anche altri dati personali del soggetto, che lo rendevano direttamente identificabile.
Si tratta del classico caso in cui il presunto legittimo interesse va a scavalcare illecitamente i diritti e le libertà dei soggetti interessati al trattamento, giacché rivelando dati personali altri avrebbe creato gravi ripercussioni nella vita quotidiana e in ambito lavorativo.
In conclusione
L’autorità slovena ha intimato la cancellazione delle ottantotto foto dal sito della società. Inoltre, ha anche ordinato di eliminare tutti i collegamenti al materiale stesso. Questo per garantire un oblio effettivo, appunto, e ripulire del tutto la “vita on line” del malcapitato.
