UNESCO etica e intelligenza artificiale è il focus del primo testo mondiale sull’etica dell’Intelligenza Artificiale. La mission dell’organizzazione internazionale è sempre stata limpida: promuovere il sinergismo culturale, etnico ed artistico su scala mondiale, con progetti volti alla tutela dei diritti umani e al contrasto dei conflitti. In questa ottica si muove il testo. L’obiettivo dell’associazione è proprio quello di inquadrare al meglio la nuova tecnologia anche in relazione al peso che l’intelligenza artificiale può avere sui comportamenti sociali.
Un lavoro durato 3 anni
Tanto il tempo impiegato per imbastire un documento che di fatto esprime il punto di vista di UNESCO sul futuro dell’IA. Il focus è centrato sì sulle enormi possibilità dell’utilizzo di nuove tecnologie in supporto dei servizi all’umanità, ma anche sulle preoccupazioni legate ad un utilizzo poco etico. Da tenere in considerazione.
Citando un passaggio del testo
C’è la necessità di assicurare la trasparenza e l’intellegibilità del funzionamento degli algoritmi e dei dati a partire dai quali sono stati calcolati.
Una citazione che rende l’idea del grado di attenzione di UNESCO sulla protezione dei dati in relazione all’utilizzo di IA. Tra le righe la preoccupazione che questi dati possano finire in mani sbagliate. Influendo sui diritti dell’uomo e delle sue libertà fondamentali.
La raccomandazione
Il testo ha il “piglio” di una raccomandazione per il futuro. Un invito da parte dei firmatari a far procedere di pari passo legislazione e tecnologia, per garantire una totale sicurezza dei dati. Il nuovo testo è stato ratificato da 193 stati membri dell’Unesco che hanno garantito l’impegno a seguire le raccomandazioni proposte.
L’equivoco di fondo
Quanto ruota attorno alla IA è viziato oggi da un equivoco di base, almeno a livello di comunicazione di massa. Vale a dire che quando parliamo di IA siamo portati a pensare a Hal, a Skynet, ai robot di Asimov, a Matrix. Ecco dobbiamo smitizzare questo aspetto. La IA non è un computer senziente, non ha coscienza di sé. Se questo non è più che chiaro, si origina un equivoco e si pensa che l’etica promossa da queste organizzazioni sia volta a impedire che le macchine possano soggiogarci. A parte che potremmo discutere già adesso della nostra dipendenza da loro, non è questo il nucleo del discorso.
Che cos’è oggi IA
Ma allora di cosa parliamo? Parliamo di macchine che sulla base della capacità di apprendere sono in grado di capire e fare predizioni. Sulla base dell’analisi dei dati possono sfruttare una capacità predittiva che noi non riusciamo ad avere. Analisi dei dati è la parola chiave. Qualità dei dati. L’esempio classico lo abbiamo avuto durante il covid. Usando l’intelligenza artificiale sono state sottoposte delle immagini alla macchine per capire se si trattasse di covid. Si è però notato che la macchina tendeva a sbagliare perché la qualità delle immagini che le venivano sottoposte era scarsa. Quindi parliamo di IA di tipo assai differente da quella dei film.
Ma allora perché serve un’etica?
Banalmente perché l’uso che l’uomo può fare delle capacità predittive di qualsiasi IA può essere lesivo dei diritti e libertà fondamentali delle persone fisiche. Come? È presto detto.
Immaginate un’intelligenza artificiale che analizzi i vostri gusti alimentari e che si applichi a livello marketing per far sì che il supermercato presso il quale andate a comprare vi possa fare offerte più che mirate, offerte che quasi prevedano di cosa avrete voglia. Pensate a un’IA applicata a un centralino telefonico che possa intuire di voi una serie di caratteristiche magari analizzando i vostri post sui social e possa impostare un testo e un tono di voce più adeguati per potervi vendere i servizi del Carrier di turno. O l’assistente vocale che intuisce dal vostro tono di voce cosa state per chiedere, magari avendo ascoltato il discorso che avete appena fatto e interviene senza attivazione.
Ma sopratutto pensate alla capacità di analisi e profilazione della personalità che queste intelligenze potranno arrivare ad avere. Consideriamo la potenza di calcolo di cui oggi dispongono. Consideriamo l’evoluzione rapidissima dei processori e le loro capacità di calcolo sempre maggiori. Ci siamo scandalizzati per Cambridge Analytica, ma cosa accadrebbe se un’IA profilasse cosa facciamo su Facebook a fini tra i più disparati? E se quei dati finissero in mani poco etiche? Possibilità non così assurda considerata la scarsa qualità della protezione dei dati oggi implementata.
Che altro nel testo?
Al di là del controllo sociale di massa ci sono altri aspetti sottolinea nel documento UNESCO. L’utilizzo etico di IA implica ad esempio la cura del pianeta, così come la protezione dei dati personali. Chiaramente per far questo viene proposta l’adozione di strumenti per una valutazione etica delle IA.
Serve?
Ni. Nel senso che sicuramente è utile bloccare la sorveglianza di massa, che vedo come il pericolo più vicino, specie in stati dove i diritti umani non sono proprio al centro dei pensieri dei capi di stato. Per il resto (ad oggi) sulla IA rimane valida la massima di Einstein:
I computer sono incredibilmente veloci, accurati e stupidi. Gli uomini sono incredibilmente lenti, inaccurati e intelligenti. L’insieme dei due costituisce una forza incalcolabile.